Straight Photography

Nel 1932 nasce negli USA il Gruppo f/64, allo scopo di riunire i fotografi aderenti alla “Straight Photography”.

Il nome f/64 è un riferimento esplicito alla minima apertura del diaframma che in fotografia si tramuta in massima nitidezza dell’immagine.

Questa nitidezza aveva il compito di riportare una “Pura Fotografia” che non doveva avere alcuna velleità qualitativa (tecnica o stilistica), ma doveva dedicarsi in maniera essenziale, diretta (straight), alla cattura della quotidianità.

Uno dei fondatori del gruppo f/64 ed dei maggiori esponenti della Straight Photography è stato Ansel Adams, È noto per le sue fotografie in bianco e nero di paesaggi dei parchi nazionali americani e come autore di numerosi libri di fotografia, tra cui la trilogia di manuali di tecnica, The CameraThe Negative e The Print.

Ansel Adams morì nel 1984. Nella sua vita aveva scattato migliaia di fotografie che aspettava di sviluppare quando avrebbe trovato l’esposizione migliore, ma per poche di queste aveva trovato il tempo per stamparle con la cura che desiderava. Così dopo il decesso i suoi curatori fotografici trovarono migliaia di scatti nascosti negli anfratti della casa, dalle scatole delle scarpe fino ai nascondigli più impensabili, per un totale di oltre 40.000 archivi fotografici. Questa eredità comprende foto di ogni tipo, dai ritratti al paesaggistico e così via. Il suo lavoro venne poi recuperato, ad oggi i diritti di pubblicazione per le fotografie di Adams sono detenuti dagli amministratori dell’Ansel Adams Publishing Rights Trust. 

Adams ha inventato il sistema zonale, una tecnica che permette ai fotografi di trasporre la luce che essi vedono in specifiche densità sul negativo e sulla carta, ottenendo così un controllo migliore sulle fotografie finite. È anche stato un pioniere dell’idea di “visualizzazione” della stampa finita basata sui valori di luce misurati nella scena che viene fotografata. Nelle foto paesaggistiche di Adams è sempre presente una forte sfera emotiva che dona allo scatto forza e intensità. Dal punto di vista etico Ansel Adams è uno dei primi fotografi a promuovere la “consapevolezza della fotografia”, ovvero a sostenere che un singolo scatto non è semplicemente la riproduzione esatta di un paesaggio o un’opera d’arte, ma un vero e proprio atto sociale, capace di mettere il focus su una particolare tematica. La fotografia è quindi uno strumento per parlare di ciò che sta a cuore, per esprimere una denuncia sociale e creare un dibattito produttivo. Gli scatti di Adams sono il frutto di una lunga ricerca, perché un paesaggio diventa lo strumento per comunicare al mondo – e immortalare – qualcosa di importante. Nel suo particolare caso Adams utilizza la sua arte per mostrare la natura e per mettere in evidenza i pericoli del consumismo e di un nuovo stile di vita che non rispetta l’ambiente, all’epoca (anni ’60) era solo ai suoi esordi ma già si prospettava pericoloso. Grazie al lavoro di Ansel Adams possiamo vedere ancora oggi com’erano i grandi parchi naturali prima del turismo di massa.

Foto: The Tetons and the Snake River, Parco nazionale del Grand Teton 1942, © Ansel Adams.

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